OBIETTIVO n. 1

Stesura di un Protocollo Tecnico di Mosaicatura degli strumenti urbanistici comunali

Allestimento degli scenari di pressione ambientale delle trasformazioni insediative e sviluppo di una metodologia per il Protocollo tecnico di Mosaicatura degli strumenti urbanistici comunali per dotare la Regione di linee guida per una organizzazione standard dei contenuti dei piani che possa essere di supporto ai processi per l’attuazione della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile (SNSvS).


Il Planning Tool Mosaic (PTM)

Diversi e importanti obiettivi che attengono la sfera territoriale, come ad esempio l’azzeramento del consumo di suolo nel 2050 o la diminuzione della pressione antropica nelle aree tutelate, necessitano oggi di adeguati livelli di conoscenza verso possibili traiettorie trasformative e di politiche di contenimento dei potenziali effetti negativi.

La conduzione italiana della pianificazione territoriale e urbana è molto inefficiente dal punto di vista dei risultati, a causa della eccessiva autonomia dei comuni nelle decisioni più operative, con un debole controllo strategico sovraordinato. Tale condizione ha mostrato molte sue patologie: in primo luogo una eccessiva urbanizzazione del territorio nazionale e una profonda disorganicità della stessa, con una contrapposizione oggi evidentissima con gli interessi pubblici di qualità ambientale ed urbana e con le esigenze di controllo energetico.

Il progetto Sost.EN.&RE propone pertanto la istituzionalizzazione del dispositivo tecnico “Planning Tools Mosaic” (PTM), ovvero del quadro complessivo omogeneo e standardizzato dei principali contenuti degli strumenti urbanistici comunali: le destinazioni di zona e le norme tecniche che definiscono i carichi urbanistici.

Schema di inserimento del PTM nella struttura di metodo per il conseguimento di obiettivi di sostenibilità delle trasformazioni territoriali.

La mosaicatura proposta si basa su due modelli tecnici: un allestimento di base (B-PTM) e uno avanzato (A-PTM). Le modalità tecniche seguite si legano ad uno degli output del progetto per implementare linee guida per la redazione dei nuovi strumenti urbanistici alle quali ogni singolo comune dovrà poi attenersi producendo un dataset integrabile con la mosaicatura di livello regionale.

Dataset GIS della mosaicatura B-PTM degli strumenti urbanistici comunali per i 37 comuni campione indicati nella mappa in alto a destra.

La sperimentazione effettuata dal progetto ha considerato 37 comuni abruzzesi scelti in base a diversi criteri, anche verificati con il coordinamento regionale: appartenenza alla fascia costiera, posizione interstiziale tra le principali aree protette, aree interne ad alto livello di disagio socioeconomico, disponibilità di strumenti urbanistici vigenti con fisionomie di elaborazione tecnica riconducibile ai formati GIS. La maggior parte dei comuni considerati presenta una dinamica demografica decrementale negli ultimi quaranta anni, a meno di alcuni (5/37), coprendo una superficie di quasi 150.000 ha, ovvero poco più del 14% della intera regione.

Esempio di restituzione della A-PTM spazial-volumetrica di piano urbanistico comunale nella quale vengono inserite le zone omogenee con legenda unificata e i volumi già realizzati e potenzialmente realizzabili a partire dagli indici urbanistico-edilizi espressi nelle NTA.

 

 

Opposti ai trend demografici negativi, sono quelli relativi all’urbanizzazione, anche su tempi brevi. Il rilevamento ISPRA mostra come, in un intervallo di tempo ridottissimo tra il 2012 e il 2016, le aree urbanizzate siano lievitate di oltre l’8‰. Altri dati importanti riguardano l’intera superficie mosaicata (quasi 10.000 ha) e l’estensione delle zone a destinazione residenziale (B e C) che con oltre 3.000 ha costituiscono un terzo dell’intera area oggetto di aggregazione.

Estrazione dei principali dati derivati dalla B-PTM (* il campo square esprime il lato del quadrato equivalente delle superfici indicate nel campo «valori»).

Collezione dei dati dell’ A-PTM per cinque comuni campione

La tabella riporta nel terzo e quarto  gruppo di campi i volumi edificabili ottenuti dai prodotti tra le superfici delle zone di destinazione d’uso B e C e i relativi indici urbanistici, distinti tra quelli totali consentiti e quelli non ancora realizzati per un sottoinsieme di cinque comuni dei 37 studiati. Tali volumi sono attualmente oltre il 60% dei totali, pertanto con un largo margine di incremento. I volumi procapite ammontano oggi ad oltre 170 m3/ab, ma con una prospettiva, a piani completamente attuati, che supera i 280 m3/ab. Di conseguenza, pur se a mero titolo indicativo, può essere significativo confrontare questo valore procapite “parziale” con quello standard riportato nello “storico” decreto 1444/68 (oltre che in molte leggi regionali successive) di 100 m3/ab rispetto al quale è quasi doppio attualmente e quasi triplo in prospettiva attuativa. Altro dato interessante riguarda le velocità di conversione urbana del suolo che i piani vigenti hanno innescato nei 37 comuni indagati. Dal confronto tra i dati ISPRA 2012-2016 emerge che tale fenomeno sia avanzato al ritmo di 377 m2/giorno (15 m2/h). Estendendo proporzionalmente questo dato all’intero territorio regionale si otterrebbero 2315 m2/giorno (96m2/h). La velocità reale sull’intera regione, dalla stessa fonte ISPRA, si attesta sui 3144 m2/giorno (131 m2/h). Pertanto, pur se il campione dei comuni costituisce solo il 14% della regione, il suo contributo alla velocità di consumo di suolo è molto vicino a quello reale medio regionale. Si tratta di un dettaglio non trascurabile e rinforzato nel suo significato statistico dal fatto che i 37 comuni della ricerca sono in generale demograficamente piccoli (10% della popolazione regionale) e molti sono collocati in aree interne e montane.

L’istogramma seguente espone un fenomeno tipico della pianificazione nazionale ormai da molti decenni, che vede le previsioni di sviluppo spaziale delle aree urbanizzate/edificate del tutto indifferenti alle dinamiche demografiche, anche quando queste ultime sono di segno negativo.

Rateo di urbanizzabile residuo (zone B+C) rispetto alla superficie urbanizzata totale confrontato con la dinamica demografica 1991-2020 e con l’anzianità di vigenza dei piani nei 37 comuni campione.

È un argomento che costituisce un sostanziale punto di interesse anche per la strategia 2030 delle Nazioni Unite. I piani mosaicati sono sempre molto “generosi” ed ottimistici nell’inserire nuove aree di sviluppo edilizio che, spesso, equiparano, se non superano, le dotazioni analoghe già esistenti. Il mercato reale dovrebbe incaricarsi di ridimensionare e mitigare queste aspettative, ma resta il fatto che una offerta ridondante di possibilità trasformative rivolte all’attività privata può comunque tramutarsi, anche in condizioni di convenienza minima, in una sorta di “istigazione” alla trasformazione anche quando è oggettivamente irragionevole. Gli strumenti più concessivi in tal senso dovrebbero essere quelli più datati, ma si può notare come il comportamento iper-moltiplicatorio dell’urbanizzato sia comunque poco dipendente dall’età dei piani. Dall’istogramma (Figura 6) si può notare come i fenomeni di espansione/decremento demografico siano più marcati nei piani degli anni ‘80-’90, ma con numerosi casi che riguardano anche piani molto più recenti successivi al 2004.

Uno dei deliverable più importanti del progetto di ricerca riguarda la necessità di accentuare il controllo dei rapporti tra edificato e urbanizzato a scala di dettaglio con un uso più avanzato degli indicatori che, in parte, già appartengono all’arsenale della pianificazione urbanistica, per adeguare l’impegno di suolo urbano alle effettive consistente demografiche.

 

Surs = Surb (nedrs /nedt) [kmq]

 

DAE = nabrs /nedrs [ab/edif]

 

DAUR = nabrs / Surs [ab/ha] 

 

PFRM = Surs / nedrs  [mq/ed]

 

DDF = DAE / PFRM [ab/mq]

Dove: 

Surs = Superficie urbanizzata per uso residenziale;

DAE = Densità abitativa degli edifici;

DAUR = Densità abitativa dell’urbanizzato residenziale;

PFRM = Pertinenza Fondiaria Residenziale media;

DDF = Indice di densità demo-fondiaria;

Surb = Superficie urbanizzata estratta dai dati del suolo consumato;

nabrs = Numero di abitanti residenti;

nedrs = Numero di edifici residenziali;

nedt = Numero di edifici totali.

Modalità di controllo sull’indicatore DDF in sede di regole di pianificazione, gestendo alcuni parametri critici quali il Rapporto di copertura fondiario, le dimensioni volumetriche degli edifici e gli usi degli spazi pertinenziali privati.

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